Al parco.
- Lei è enorme, dovrebbe starsene a casa!
- Come, scusi?
- Cerchi di non espellere il coso qui davanti a me.
- Sta parlando di mio figlio, per caso?
- Si si. Il coso che è nella sua pancia e che è lì pronto a gettarsi fuori da un momento all'altro
- Lei è enorme, dovrebbe starsene a casa!
- Come, scusi?
- Cerchi di non espellere il coso qui davanti a me.
- Sta parlando di mio figlio, per caso?
- Si si. Il coso che è nella sua pancia e che è lì pronto a gettarsi fuori da un momento all'altro
- Non è uno molto cordiale lei, eh?
- E che c’è da essere cordiali, Signora? Quando le
giovani donne si sformano per mettere al mondo tizi che si legheranno ad altri
tizi e pretenderanno e chiederanno e soffriranno, stringendosi sempre più in
una trappola di legami che gli arriverà al collo fino a strozzarli tutti.
- Lei deve essere una persona molto sola.
- Mai abbastanza, Signora. Mai abbastanza.
- Vuole che me ne vada? (ansando)
- No, dal momento che si è arenata qui, non vedo
proprio come potrebbe spostarsi. Vado io. (si alza) Resti, donna incosciente,
tanto ormai il guaio è fatto.
- Si riferisce al fatto che mi sono seduta qui?
- Mi riferisco al fatto che si è fatta mettere
incinta. Ma che le è passato per la testa? Non le è bastato essere stata messa
al mondo senza che nessuno le chiedesse niente? Perché farlo ad un altro essere
umano?
- Non è stato poi così male fin’ora.
- Ma allora perché si spreca così? Mettendo mezzo
suo patrimonio genetico in quel coso? Non le bastano le sue cellule e tutti i
problemi che le hanno creato in trent’anni di vita? Deve proprio tirare su una
dependance?
- Lei mi fa ridere.
- Ma ci ha pensato bene, femmina incosciente?
Lasci perdere quell’animale di suo marito, certi uomini hanno in testa la
riproduzione da quando sono nati, sono le amnesie della natura, le falle
dell’evoluzione. Ma lei? Sacrificherà la sua vita al
benessere di un’altra che non c’era prima di lei e senza di lei non sarebbe mai
stata. Ma perché? Sta creando a quel povero coso un debito esistenziale e un
sentimento di determinazione, mancato controllo, mancato arbitrio che non
estinguerà mai. E quell’esserino rosso e inerme che diventerà grande e ingrato,
necessariamente ingrato, perché non si può essere in debito di una cosa così
enorme, poi crescerà e, per estinguerlo, creerà altri esseri fragili e sporchi
e in nulla autosufficienti che vomitano liquido verde amniotico. Dio che
congiura enorme e universale è quella delle madri con la natura!
- Sa, non posso parlare a nome di tutte le madri
né della natura, ma posso dirle perché ho deciso di fare un figlio. L’ho fatto
per amore. No, non sbuffi, non è retorico. Non sto facendo il solito discorso
melenso del donare amore al prossimo. Io l’ho fatto perché ha senso vivere la
vita unicamente per amare e io voglio nella mia esistenza tutte le forme
d’amore. Voglio essere amata come una madre, voglio amare come ama una madre.
E’ qualcosa che non mi voglio negare anche se ne ho paura. Sì, ne ho paura.
Sono meno incosciente di quanto crede. Ma sono pronta ad accettare anche che
mio figlio mi odi. Sono pronta ad accettare che soffra, che muoia, che sia un
pessimo essere umano o un uomo migliore di me, che provi paura, che faccia
grandi cose o non faccia niente, che se ne vada lontano. Ci vuole coraggio
nella vita. Sua madre l’ha avuto. Lei l’ha mai accettato?